sabato 27 luglio 2013

TOP 3: LUGLIO (2013)

1. Nude
    Gothic Metal/Indie/New Wave

2. PTSD
    Alternative Metal
3. S.R.L.
    Thrash/Death Metal

S.R.L. - UNUS ET VIGINTI


Avete presente quella rara sensazione che provate al termine di un lavoro compiuto alla perfezione? La soddisfazione provata dopo ciò che può essere un buon voto, un concerto andato bene o vedere la vostra smisurata collezione di vinili in perfetto ordine alfabetico-cronologico troneggiare su una mensola del vostro soggiorno? Cosa si può dire di un risultato perfetto nella sua semplicità, ottenuto con meticolosità e impegno, se non tentare di svolgere basilarmente un riassunto delle impressioni generali del disco, stile prima elementare? Annata 1992, gli Srl, capisquadra Thrash/Death della nostra penisola, non sono il gruppo che punta all’ innovazione mediante premature scorciatoie sperimentali, ma che decide di prendersi il tempo che serve per non saltare alcuno strato della creazione dei propri pezzi senza ricadere nei soliti cliché Prog. Pazienza, quindi, se gli Srl hanno aspettato cinque anni prima di De Humana Maiestate, se ciò è servito ad orchestrare un lavoro simile senza forzare le tappe. Se in ventuno anni il gruppo non ha sfondato, il motivo è probabilmente che non c’è un vero e proprio stile, dal punto di vista musicale; dove i Children Of Bodom hanno trovato le tastiere e i Sunn O))) la lentezza, i nostri connazionali hanno preferito attenersi ad una concezione del Death/Thrash lineare al punto da dover quasi fungere da esempio per capire a fondo la struttura del genere. Unica particolare connotazione del gruppo è la presenza di testi in italiano. Dove gruppi di culto nell’ underground come Distruzione, Clinicamente Morti e Necrofili hanno invece optato per parlare di morte e devastazione, gli Srl rasentano la genialità, descrivendoci un 1984 di prigionia e schiavitù, ovviamente con il loro tradizionale stile: come non inchinarsi alla macchiavellica follia delle strofe di Filastrocca, traccia che apre l’album e inizia a introdurci nel calderone di genio e sregolatezza tipico dell’opera? Come può un pezzo il cui stacco sia la filastrocca “machebelcastello” cantata in scream non aprirci nuovi scenari di immensa estasi della perfezione artistica? Ottima scelta anche per quanto riguarda la disposizione delle tracce, che per quanto possa sembrare futile è diventata un’arte per appassionati di musica del calibro di Nick Hornby (Alta Fedeltà); aprire e chiudere bene, e nel mezzo risparmiare cartucce, magari lasciando spazio a virtuosismi e strumentali. Va certamente attribuita buona parte della riuscita di Unus Et Viginti a Jerico Biagiotti, storico bassista degli Srl, che si è occupato di riarrangiare i brani senza spolverarli con qualche innovativa tecnica di registrazione, ma ricostruendone la struttura pezzo per pezzo. In conclusione: gli Srl e questa loro meravigliosa creazione ci danno prova dell’immensità del panorama musicale italiano troppo spesso sottovalutato; come molti altri gruppi, anche loro sono attivi senza sosta da svariati anni, e noncuranti delle proprie cicatrici continuano a suonare. Ogni giorno nascono nuovi gruppi, nuove etichette, nuovi stili, ma davvero pochi lasciano il segno; complici noi e internet, tra Youtube, Torrent, Audiothief ed Emule, che senza riuscire a porre freno alla nostra libidine uditiva scarichiamo e scarichiamo compulsivamente. Ebbene io vi invito a continuare così (in c**o a Yngwie J. Malmsteen) per gruppi che ormai hanno già un posto fisso nella storia; ma questo disco, non c’è scusa che tenga, deve trovare fisicamente posto nella vostra collezione il prima possibile.

VOTO: 8/10
-Mørke-


venerdì 26 luglio 2013

MORTAL FORM - THE RECKONING


Dal paese dei tulipani, passando per la label italiana My Kingdom Music, ecco giungere ai nostri padiglioni auricolari "The Reckoning", ultima fatica degli olandesi Mortal Form. La proposta del gruppo è un Thrash/Death classico, molto equilibrato e ben suonato. Insomma questi "ragazzi" sono attivi dal 1994, e quindi di esperienza ne hanno a bizzeffe direi. Rispetto al precedente "Taste the Blood" possiamo segnalare un cambio di line-up che vede l'ingresso di Ralph (voce, in passato con i Witchtower) autore di una prova rocciosa e convincente. Dopo una breve intro da "apocalisse imminente" ecco l'accoglienza senza riguardi di "Storm Before the Calm", un ottimo pezzo di apertura. La produzione mette in primo piano il lavoro delle chitarre di Vincent e Teun, assolutamente pregevole, lasciando però in secondo piano la sezione ritmica che fatica a sorreggere questo muro devastante creato dalle due asce. Il risultato è che certe parti risultano poco groovy e meno incisive; e pensare che sarebbe bastato così poco per ottenere un risultato decisamente più "in your face" e moderno. "Forsaken Graves" parte con una classica intro di batteria in fade-in per poi assalirci con del puro Death Metal, mentre "Dungeon" possiede un chorus molto efficace. Il lavoro svolto dal basso pur non svettando a causa della produzione è davvero di primo livello in tutte le tracce, e direi che in "Apocalyptic aftermath" ne abbiamo la riconferma ulteriore. Ciò che si nota con il proseguire dell'ascolto è che realmente non vi è un pezzo brutto o che non gira bene. Da "As nature turns evil" a "Miasma", per poi passare al singolo "At fever pitch" fino alle tracce conclusive questo lavoro mantiene i suoi pregi e i suoi difetti, risultando comunque piacevole all'ascolto. Ciò che manca ancora è però quella scintilla che trasformi un buon brano in qualcosa di memorabile. Aspettando la decisiva conferma godiamoci questo disco per quello che è: intenso Death Metal suonato con passione.

VOTO: 7/10
-BERTUZZ-

martedì 23 luglio 2013

REMNANTS OF DIVINATIONS - SLEEPLESS


Per quanto il Brutal Death Metal non sia un genere che esploro o conosco bene, la band di oggi mi è piaciuta e avrei preferito che il loro EP "Sleepless" avesse avuto più di 6 tracce. I Remnants Of Divination con il loro EP propongono un Brutal Death vario dal punto di vista del riffing e delle parti di batteria, con blast beat potenti e cattivi quando serve. Come già detto il riffing è molto poliforme, ma la prima cosa che si nota è la potenza di alcune parti come nella quarta traccia "Odio", dove le chitarre tentano proprio di distruggervi l'apparato uditivo. La cosa che mi è piaciuta di più nell'ascoltare questo disco è la voce, con uno scream potente e molto "convincente" possiamo dire, che si adatta perfettamente alle parti suonate dal resto della band; insomma una parte vocale veramente ben gestita. La potenza insomma in questo disco abbonda, soprattutto nella terza e nell'ultima traccia dove quasi non mi partivano le casse del pc. Le uniche due pecche dell'album sono una la produzione che manca di quel "pizzico" di violenza/effetto per condire parti vuote come nella quinta traccia "On my skin" e la batteria che purtroppo è realizzata a pc. Nonostante tutto questo EP è molto originale e ve lo consiglio, dato che è piaciuto a uno come me che di Brutal Death ascolta pochissimo, ottimo lavoro da parte di una band nostrana che spero molti cominceranno a seguire.

VOTO: 7,5/10
-KOR3-


lunedì 22 luglio 2013

HIGHLORD- THE WARNING AFTER


The Warning After è il settimo album del gruppo piemontese Highlord, attivo dal 1996. Pubblicato dall'etichetta Punishment 18, il disco offre un Power/Heavy molto melodico, con trame piuttosto complesse che spesso ricordano atmosfere Prog, con riff veloci e cambi di tempo continui. Gli Highlord sono musicisti e songwriters eccellenti, ma hanno un difetto che purtroppo non si può fare a meno di notare: le linee melodiche della voce. Il cantante Andrea Marchisio, nella band dal 2002, quando sostituì il predecessore Vascè, ha una buonissima estensione vocale e un timbro pulito e piacevole che spesso mi ricorda James LaBrie, ma le linee vocali spesso (soprattutto nella prima parte del disco) non esaltano le sue doti, sprecandole, e non lasciano nulla di interessante all'ascoltatore. L'album si apre con un intro non indimenticabile, "Tonightmare", al quale segue "The Goggle Mirror", veramente bellissima dal punto di vista musicale ma- come anticipato- mediocre dal punto di vista vocale. Stessa identica opinione per la successiva "Brothers to the end". Dopo un piacevole interludio strumentale di circa due minuti inizia il vero The Warning After: musica eccellente e finalmente Marchisio che sfodera tutta la sua estensione e ritornelli di gran classe come in "Standing in the Rain" o nella successiva "No More Heroes". Da segnalare anche "Of tears & rhymes", un crescendo maestoso introdotto dal pianoforte di Emanuele Salsa e impreziosito da un eccezionale assolo di Stefano "Sted" Droetto alla quale segue la titletrack, bella canzone che però non aggiunge nulla alla ricetta del disco. La nona traccia "In this Wicked World" è caratterizzata da un martellante riff Heavy e un assolo con Wah- wah molto melodico, che ci trascinano poi alla traccia finale, "Arcade Warriors" classica canzone Power con coro epico nel ritornello. Siamo giunti alla fine, e per il recensore è molto difficile dare una valutazione: la band è senza dubbio composta da musicisti formidabili, ma metà album zoppica per via di vocals piuttosto superficiali, e dopo quasi 20 anni di esperienza e tonnellate di talento questo è un errore non trascurabile. Peccato, poteva essere veramente un capolavoro.

VOTO: 7,5/10
-JACK-

domenica 21 luglio 2013

NUDE – PLASTIC PLANET


Bene. Ora, come fa la My Kingdom Music a tirare fuori tutti questi disconi? Mi spiego meglio: la nostra carissima etichetta-partner ha fatto uscire più dischi quotati 10/10 in questo sito; ha lanciato album capolavoro come l’ ultimo di Apolokia e dei Radiance, senza trascurare dischi di spessore come quelli dei Crest of Darkness e PTSD. “Plastic Planet” è l’ ennesimo album ben riuscito e interessante, andante a toccare generi originali e non troppo semplici -purtroppo trascurati nel nostro paese-. I dieci brani contenuti in questo album hanno molte sfaccettature tipiche di generi come l’ Indie, la New Wave, il Gothic Metal, e perché no, l’ Electro Gothic; il tutto ricoperto da un sound oscuro che sa fortemente di anni ’80: infatti come band di riferimento troviamo i Joy Division, Sister’s of Mercy e New Order. Direi che la band ha molti punti forti: nelle atmosfere create c’è molta sostanza, soprattutto per quanto riguarda l’ effettistica intensa e limpida; belli i riff puramente alla Paradise Lost e le linee vocali, le quali hanno pure un timbro perfetto per la proposta musicale di questi cinque ragazzi. L’ ascolto del disco risulta scorrevole e piacevole, a tratti anche toccante, soprattutto in brani di rilievo come “Neon Smile”, “Old Fashion Doors” e la conclusiva “Much better”; c’è da dire comunque che il mixaggio da una grossa valorizzazione al disco, in quanto ogni minimo suono è limpido e cristallino: insomma, una produzione perfetta. E’ un grosso peccato che il nostro paese non dia spazio a band come questa… Ma per lo meno offre un ascolto accessibile a tutti, anche amanti dei Depeche Mode, e forse anche a qualche appassionato dei Sinezamia. Sfiorato il capolavoro.

VOTO: 9/10
-SADIK-

sabato 20 luglio 2013

I HATE WHEN ELEVATOR'S DOOR OPEN UP AND A RAPTOR APPEARS IN FRONT OF ME - DECIMATE


Amanti di Jurassic Park accorrete! La band che da anni stavate aspettando è arrivata! "I Hate When Elevator's Door Open Up And A Raptor Appears In Front Of Me" è il loro nome… no non sto tirandovi un brutto scherzo, è tutto vero. Si tratta di una one-man band proveniente da Novara, che fa capo a Nicolò Paracchini, già in forze nei Locus Animae ed Godless Entity. Il genere proposto ironicamente è il Dinogrind, una miscela di Death Metal e Grindcore, suonati con molta ironia e una buona dose di sangue freddo (scusate non potevo resistere). Il concept proposto dal gruppo è chiaramente ispirato al famoso romanzo di Michael Crichton "Jurassic Park" e relativo film, lasciando spazio (dato che si tratta di musica pesante dopotutto) alla classica estinzione dell'umanità. L' EP si apre con "Prologue" composta da campionamenti "dinosaureschi" vari per poi dar via con "Beyond Human Extinction" al massacro: un pezzo davvero serrato tutto blast beat e violenza, che racchiude nella parte centrale un rallentamento marziale in stile Dying Fetus. 45 secondi di terrore puro. "Reborn for Glory" è un brano massiccio in cui scream laceranti e growl cavernosi si alternano, richiamando ancora alla mente i "feti morenti" prima citati, per poi lasciare anche lo spazio per un breakdown propriamente -core. "Progress" ci investe con un turbinio di scale e obbligati che ci riportano alle influenze più tecniche (come The Faceless e Rings of Saturn). Successivamente il pezzo si apre inaspettatamente con un arpeggio oscuro e dando spazio a un campionamento tratto dal primo glorioso Jurassic Park. Ben fatto. Le successive tracce non fanno altro che ribadire i concetti esposti nell'apertura del disco segnando però un leggero calo e risultando un po' meno accattivanti. Il disco, che ricordiamo essere un autoproduzione rigorosamente "home-made", non suona affatto male nel complesso anche se una produzione più "viva" gli avrebbe garantito maggior fascino e tiro. Insomma che dire di più…un ottimo esordio, sperando di risentirli presto e con un nuovo esaltante (e speriamo più originale e malato) concept.

VOTO: 6,5/10
-BERTUZZ-

                                             VIDEO