1. Apolokia
Black Metal
2. Stillborn
Alternative/Nu Metal
3. Rose Rovine e Amanti
Neofolk
martedì 30 aprile 2013
ALERION – VIII SANCTUAIRES
Il Black francese torna con una buona dose di freddezza e sinfonia grazie agli Alerion, band già esordita nel 2010 con il demo “Loreina”; il gruppo esegue un Black Metal ghiacciato e melodico da un sound cupo, seguendo costantemente i canoni principali del genere; l’ intero disco si estende in otto brani, poco più di quaranta minuti che narrano storie e leggende della Francia antica. I ritmi creati dalla batteria mantengono costantemente un carattere estremo, non mancano comunque parti più lente e con un suono più pieno; nella sezione delle chitarre i riff fulminei e taglienti sono meno presenti rispetto alla norma, infatti spesso si hanno riff più incalzanti che mantengono comunque una buona velocità, o in alternativa arpeggi ben armonizzati e cupi. Buon lavoro del bassista, i brani sono ben ritmati e in alcuni punti il basso entra a far parte del vero e proprio sound degli Alerion; nulla di eccezionale nella parte vocale, un scream rabbioso e sporco canta sulla base strumentale sopra descritta, con un buon tono ma nulla di nuovo. Buon disco e band, sono curioso di vedere cosa faranno nel futuro.
VOTO: 7/10
-SADIK-sabato 27 aprile 2013
APOLOKIA - KATHAARIAN VORTEX
Ho amato questo album sin da subito. Un gran disco. Ultima e recente uscita della band italiana attiva dal 1994. Se volete un consiglio, ascoltatevelo più e più volte, così che vi penetri bene nelle orecchie. Pesantissimo e violento, riff cattivi con un suono sporco, disco quasi a livello del celeberrimo Fallen Angel of Doom, o di un qualsiasi album dei primi Darkthrone, si ispira difatti molto alla tradizione norvegese ed è grazie alle sonorità "raw black" degli anni '90 che diventa ancora più interessante. A mio avviso potrebbe essere un album cardine del Black Metal underground. Gran colpo per la My Kingdom Music, ritralcio la sentenza degli altri feedback trovati in altri siti, capolavoro.
VOTO: 10/10
-Dom-
venerdì 26 aprile 2013
SEA OF DISORDER – SEA OF DISORDER
“Sea of Disorder” è l’ omonimo album del progetto Sea of
Disorder, che prevede Robert Cezko alle chitarre/basso/effetti vari e Christian
Hubmann alla batteria/chitarra,/basso/tastiera, senza dimenticare la
partecipazione di Loic Rossetti alla voce (The Ocean) e di Chris Huber (Sounds
of Earth) all’ effettistica. La stilistica della band offre un Post-Rock/Doom
melodico e atmosferico, ma allo stesso tempo caotico e con leggeri spunti
estremi; un EP di soli quattro brani contiene la buona inventiva e stilistica
della band, facendo uso anche di una buona tecnica e di un’ ottima produzione.
Il primo brano “Frozen Tide” è il più movimentato del disco, nonostante il
forte sapore malinconico il brano è abbastanza caotico, troviamo arpeggi
melodici e riff corposi, parti in batteria Post-Rock/Progressive, il tutto
sorretto da atmosfere elettriche ed intense. Segue la, a mio parere, inutile
“War-Ship” , poiché stacca la musica inserendo semplici sussurri con una base
atmosferica; ed ecco finalmente apparire il cantante dei The Ocean, in “And The
Deep Gloom Came The Stillness Before The Storm To Crush Upon The Sea And To
Awake The Secluded Conqueror” Loic entra in scena solamente alla fine del
brano, facendo una parte di cantato piuttosto breve, purtroppo. Fortunatamente
“Reinvigoration-Thalassophobia” non delude, un brano di tredici minuti ben
riuscito, con un buon riffing e con un’ ottima prestazione alle chitarre
acustiche. Ascoltando tutto l’ album si è soddisfatti, ma ahimè non troppo,
serve qualcosa che sblocchi la band, ma cosa? Lascio a voi le conclusioni e le
ipotesi, e mi raccomando, ascoltate il disco!
VOTO: 7/10
-SADIK-giovedì 25 aprile 2013
PAGAN BLOOD – LORDS OF THE SEAS
Pagan Blood è una one man band nata nel 2007 in Francia,
“Lords of the Seas” è il terzo disco del musicista. Il progetto offre un Pagan
Black Metal energico e melodico accompagnato da un’ eccellente tecnica e da
idee saggiamente usate. La parte vocale ricorda abbastanza lo scream di
Shagrath, dato un suono simile ed un tono aggressivo, soprattutto nella prima
traccia “Nordic Fury (Lords of the Seas part. 1) –il miglior brano del disco
insieme a Wind of Eternity, a parere mio-; la batteria alterna ritmi frenetici
con alcuni meno estremi, ma sempre mantenendo uno stampo Black. Ora veniamo
alla sezione più interessante: la chitarra esegue riff taglienti da un suono
melodico, la tecnica qui è buona e sono proprio loro che riescono a tramutare i
brani, dandogli una nota Folk. Possente, melodico ed energico, questo è Pagan
Blood!
VOTO: 7/10
-SADIK-VOTO: 7/10
VIDEO
martedì 23 aprile 2013
SONNENRAD - SONNENRAD
I Sonnerad sono una giovane band Black Metal italiana. Il trio
Krieger-Morderin-Die Reine viaggia su una stilistica Black Metal leggermente
influenzata dal Thrash, caratterizzata da riff taglienti ed incalzanti con
ritmi veloci che partono e si riprendono più volte; il disco è strutturato su 4
brani, di cui una intro, due canzoni della band e una cover . Il primo brano è
una classica intro atmosferica, la pioggia accompagna un arpeggio di Bouzouki (irlandese) che fa da base narrante alla voce di Morderin; come seconda canzone troviamo “A
Ferro e Fuoco”, nella parte vocale la voce è quasi del tutto in pulito, i riff
veloci ed incalzanti ricordano abbastanza quelli dei Marduk, la batteria esegue
ritmi veloci, da notare i “giochetti” creati coi piatti. Nel brano successivo
“Hail Sonnenrad” la band varia leggermente, i riff sono più incalzati e
taglienti, il clean si trasforma in scream e la batteria esegue classici ritmi
caratterizzanti del Black Metal (che sia un’ auto incoraggiamento?); come
ultima traccia troviamo la cover di “Noia – People to Erase”, ben eseguita e
personale. Credo che questi ragazzi se la cavino bene, certo, qualcosa è ancora
da migliorare (oltre al sound, data la produzione casereccia) ma, a mio parere,
sono una buona band.
VOTO: 6/10
-SADIK-lunedì 22 aprile 2013
HUNGRY LIKE RAKOVITZ - THE CROSS IS NOT ENOUGH
Brutto. Noioso fin dall'inizio.
Ascoltando questo disco ho avvertito un senso di noia tale da voler staccare tutto e addormentarsi, difatti sarebbe più utile farsi una dormita piuttosto che ascoltare questo disco. Questo dovrebbe essere un disco Grindcore, ed infatti le canzoni hanno una durata massima di uno/due minuti, ma caspita, le canzoni (che inspiegabilmente si interrompono a metà. Difetto del sito? Mah, mistero) sono così lente che sembra di ascoltare Doom Metal, mentre in altre sembra quasi un Metalcore di quarta categoria, "tanto la tecnica di canto è pessima!". Ragazzi, non è così che si fa Grindcore! Una parentesi va aperta su alcune tracce filler, tutte della durata massima di pochi secondi. Qual è il problema? Sono inutili. Descrivendole brevemente sono solo urla messe a caso probabilmente con la funzione di riempitivi. No! Non si può fare così! E' sbagliato già in partenza! Cosa ci si aspetta solitamente da un disco/gruppo Grindcore? Canzoni veloci e cortissime, suono sporco, violenza e tutto il resto, nel perfetto stile AxCx. Bene, in questo disco tutto ciò non c'è. O meglio, c'è, ma in misura minore. La cosa più strana che si riscontra sono i campionamenti di frasi tratte da film, presenti sia in italiano che in inglese. Il motivo di ciò? Mah, non si sa. La traccia più brutta è senza dubbio la numero 10, "Putrefaction", che si apre con un incipit Atmospherical Black, a mio parere. Cosa ci fa un'intro di quel genere in un disco Grindcore? Direte voi, ebbene, me lo sto chiedendo anche io. Ok, in fondo la violenza c'è, ma è diversa dalla violenza tipica del Grind, e questo vale anche per la velocità delle canzoni. E' un album che sconsiglio, ascoltandolo l'ho trovato noioso e passati 2 minuti desideravo già che il disco finisse. Sono stato severo perché mi ha deluso, e spero che serva da incoraggiamento per un nuovo disco, migliore di questo. [Sotto riportato il disco precedente a questo, causa assenza di video nella ricerca di Blogspot]
VOTO: 3/10
-Dom-
sabato 20 aprile 2013
GOLAH - CEREBRAL COLLISION
I Golah sono una Death Metal band di Castelbuono, vicino Palermo, e “Cerebral Collision” è il loro Ep di debutto rilasciato tre anni fa. Principale ispirazione per il gruppo saranno stati sicuramente gli Obituary, per via dei continui mid tempo presenti in tutte e quattro le canzoni, ma si notano anche influenze dei Cryptopsy, senza comunque entrare nel pieno territorio del Technical Death. Delle quattro tracce mi sono piaciute in particolare le prime due: “Collapsed Into Eternity” e “Rotten Priest”, in cui il gruppo dimostra di avere buone qualità, in particolare il bassista Michele Ignatti (autentico clone di Tony Choy degli Atheist) unico virtuoso del gruppo. La batteria colpisce duro ma mai in maniera veloce mentre il chitarrista Salvo Castro crea riff semplici ma di impatto, anche per via del poco spazio dato alle parti soliste. Ma il punto forte rimane il growl da cinghiorso del quattordicenne (!) Gabriele Mazzola, che risulta credibile e senza alcun bisogno di emulare altre voci storiche. Ve lo consiglio abbastanza; spero in un futuro prossimo di poter tornare a parlare di questa band.
VOTO: 7/10
-ULTHAR-
venerdì 19 aprile 2013
LONE SPIRITS - DREAM OR REALITY
I Lone spirits con "Dream or Reality" ci propongono un Heavy/Symphonic Metal strumentale abbastanza vario e fantasioso, con riff quasi sempre azzeccati e parti di basso pompate quando e quanto serve. Nel complesso, di questo disco c'è poco da dire, siccome è Heavy metal strumentale, a parte qualche traccia non si hanno veri "colpi di scena" ma è un ascolto abbastanza soddisfacente, soprattutto in canzoni come "Escape Purgatory", che a parere mio è la canzone più valida del disco. I difetti di questo album sono principalmente due: il primo è che si sente che la batteria è palesemente fatta a computer, (ma c'è da dire che ormai molte band giovanili adottano questo metodo) quindi può anche passare in secondo piano. L'altro punto di svantaggio per questo disco è appunto il genere scelto, che secondo me non potrà mai interessare ad un pubblico vasto dato che dopo un po' le canzoni risultano ripetitive, questa ripetitività sarebbe ovviamente assente se ci fosse una parte di voce. Nel complesso data la giovane età dei soli due membri lo reputo un lavoro più che sufficiente e se potete ascoltatelo, così potrete dire la vostra su questo disco.
VOTO: 6/10
-KOR3-
giovedì 18 aprile 2013
ROSE ROVINE E AMANTI – GIORNI DI SPLENDORE E SOLE
A distanza di 3 anni dall’ uscita del precedente disco
“Damien”, rientrano in gioco i Rose Rovine e Amanti, progetto Neofolk
orgogliosamente Italiano; “Giorni di Splendore e Sole” è un disco pieno di
emozioni, di idee saggiamente usate e di atmosfere pacifiche ma allo stesso
tempo inquiete. Una brillante voce recita su una base rilassante dandole un
tocco di lucentezza e pace in più; la struttura della band si impone come un
duetto tra acustica, in primo piano, ed elettronica nel retroscena: l’
accostamento della parte acustica molto dolce e della parte elettronica più
ruvida è proprio il cuore dell’ atmosfera, ed ecco svelato il perché della
frase sopra citata. Miglior brano del disco a mio avviso è “Rain”, una canzone
poetica e toccante che contiene tutta l’ essenza dei Rose Rovine e Amanti, ma
comunque ogni brano merita nella sua musicalità ed atmosfera, e cosa più
importante, il disco non stufa nemmeno leggermente, cosa che nel Neofolk è
frequente. Ottimo album, il gruppo è ad alti livelli, e a parer mio si tratta
della band colonna della scena Neofolk italiana.
VOTO: 8/10
-SADIK-mercoledì 17 aprile 2013
LOST IN MY TEARS - XPERIENCE
I Lost in my Tears nascono nel 2010 a Siracusa; sin da
subito la band si definisce “Industrial Dark Metal” grazie al primo singolo
“Reflection”, ma dopo due anni rieccoli apparire con questo EP “Xperience”.
Rispetto al singolo precedente il genere e la stilistica restano invariati, la
band propone sempre un Gothic/Industrial Metal con parti elettroniche;
“Xperience” è un disco non troppo complesso ma affascinante, i quattro
musicisti sono riusciti nel loro intento sfornando così un buon EP. Colonna
portante della band è sicuramente la cantante Nadia Lanteri grazie ad una
brillante ed ammaliante voce, la parte melodica è ben dosata e non stufa
nemmeno un po’; l’ Industrial Metal è dato dai riff compatti e possenti della
chitarra, ma mantenendo costantemente una tecnica semplice. I ritmi generali
della band rimangono costantemente lenti, se non fosse per una base atmosferica
la band perderebbe il proprio fascino; a mio avviso il miglior brano è il
primo, “Just Dust” ha un buon tiro e mi ha colpito sin da subito, ma tutto
sommato “Xperience” è un buon disco, ma manca quel qualcosa in più che riesca a
far appassionare gli ascoltatori.
VOTO: 6,5/10
-SADIK-martedì 16 aprile 2013
MUTILANOVA – NERA LUX
Quest’ oggi vi voglio parlare dei Mutilanova, band Symphonic
Black Metal Francese. Probabilmente molti di voi collegano il Symphonic Black
Francese principalmente agli Anorexia Nervosa, ma attenti ai Mutilanova, non
vanno privati della vostra attenzione. I loro brani sono veloci e spietati, ma
allo stesso tempo riescono ad essere melodici ed armoniosi al punto giusto,
merito dei cori e di una tastiera sinfonica dietro le quinte del resto della
strumentazione; nel complessivo i ritmi della band sono ben estremizzati,
caratterizzati soprattutto da riff taglienti e da una batteria martellante.
Come appena detto la chitarra esegue riff veloci e taglienti, puramente in
stile Symphonic Black/Black Metal, riescono a catturare all’ istante l’ ascoltatore;
la batteria martellante esegue costantemente ritmi veloci e spietati spezzati
da passaggi o da cambi ritmatici. Per quanto riguarda la parte vocale è
presente uno scream arrabbiato ma sofferente, ascoltando meglio si sente che la
parte vocale viene messa un tantino in secondo piano, ma non rovina affatto il
lavoro finale, anzi, gli da un tocco di classe in più. Un buon disco, a parere
mio alla band manca quel tantino di tiro che completerebbe l’ opera ancor
meglio; ascoltateveli, meritano!
VOTO: 7/10
-SADIK- domenica 14 aprile 2013
STILLBORN - THE FIRST DAY AND THE LAST CHANCE
A me capitano sempre dischi veramente belli da recensire, e con questo, arriviamo all'apice tra tutti: con un Nu/Alternative Metal veramente vasto e potente oggi vi parlerò dell'album degli Stillborn. "The First Day and the Last Chance" è un miscuglio di generi veramente fantastico e piacevole da ascoltare, infatti la band ci propone tracce come "Aware of Life", che mescola perfettamente le ritmiche varie dell' Alternative metal con la potenza dell' Hardcore. Insomma, stare qui a fare una recensione brano per brano di questo, oserei dire, capolavoro dell'underground sarebbe tempo sprecato, perchè ogni traccia è valida quanto l'altra, ognuna con la giusta dose di violenza e dolcezza che si intersecano magnificamente creando un'armonia perfetta che delizia l'ascoltatore sin da subito. Per concludere non posso che lasciarvi il voto finale e un mio consiglio: ascoltatevi questo disco, secondo me è un qualcosa di veramente straordinario, la band ha fatto un lavoro perfetto anche con testi veramente fantastici, e con parte vocale sempre avvinghiata alla strumentale.
VOTO: 10/10
-KOR3-
sabato 13 aprile 2013
KUAZAR - WRATH OF GOD
Come avevo accennato qualche recensione fa, credo che il Thrash Metal stia tornando alla ribalta solo in ambito underground, visto le buone uscite di gruppi emergenti e quelle sempre più scadenti dai gruppi storici del genere. Purtroppo però nell'ambito underground, “Wrath Of God”, album d'esordio dei Kuazar, trio proveniente dal Paraguay, rilasciato quattro anni fa, non riesce ad entrare in questa categoria nonostante il disco ci provi. Il Thrash dei Kuazar è di chiara ispirazione agli Slayer dei primi tre album, ma non riesce ad esprimere una propria personalità che riesca a far distinguere la band dai concorrenti (Commando, Sanity's Rage, Woslom,...); in secondo luogo la registrazione è stata parecchio superficiale (sembra quasi quella di “Once Was Not” dei Cryptopsy) ed impedisce agli strumenti di avere la compattezza sonora che avrebbero dovuto avere. Un vero peccato, perché Eduardo Gonzales pesta la batteria in maniera precisa, i giri di basso non sono niente male ed il chitarrista/ cantante José Gonzales è parecchio dotato negli assoli, e canzoni come “Black Soul”, “Inner Prision” e “The Truth Of Reality” non sono da buttare e mostrano le potenzialità del trio. Un'altra cosa che non ho capito è stato il fatto che in alcuni punti Gonzales canti in growl, non mi da fastidio, ma cosa cosa c'entra?. Nel complesso una mezza-delusione; mi dispiace perché poteva essere un buon album se curato con la giusta attenzione.
VOTO: 5/10
-ULTHAR-
venerdì 12 aprile 2013
CYBER CROSS – MEGA TRIP
Dopo il disco precedente “Ira” i Cyber Cross sfornano un
disco veramente privo di un genere principale, infatti “Mega Trip” è difficile
da descrivere; prima di recensire questo album ho voluto guardare alcuni
feedback rilasciati da altre WebZine, e devo dire che per la maggior parte è
stato visto come un disco negativo. Questo disco unisce vari elementi del
Death, Thrash, Groove, Prog, Industrial e Gothic Metal con componenti
Crossover, Hard Rock e Acustica, partorendo un disco vario ma comunque
derivato. Eh sì, probabilmente il vero problema di questo disco è la mancanza
come di un’ obbiettivo, di un’ idea di come deve essere il nuovo sound dei
Cyber Cross, visto che da un Thrash/Death con atmosfere oscure si è passato ad
un vero e proprio mix musicale. Impeccabile esibizione quella di Alessandro
Bevivino, il cantante abbandona completamente il growl per lasciare spazio ad
uno scream rabbioso, ma con comunque parti in clean; i riff sono più complessi
ed impegnativi rispetto al disco precedente, ma Nick Savio se la cava comunque
più che bene. Le maggiori varietà le troviamo proprio nella batteria, infatti
vengono eseguiti ritmi o molto lenti o veloci, molto usata la doppia cassa e
ritmatiche con protagonisti i piatti. Personalmente mi è piaciuto come
album, ma c’è comunque bisogno di più
carattere e del vero e proprio sound dei Cyber Cross. Quale sarà? Non si sa, ma
questo disco è puramente un viaggio nelle caotiche menti dei musicisti. (Sennò
perché “Mega Trip”?)
VOTO. 6,5/10
-SADIK-
VOTO. 6,5/10
giovedì 11 aprile 2013
THROUGH PERDITION – INSOMNIA
I Through Perdition sono una band Progressive
Metal/Metalcore strumentale italiana. Il duo barese nasce nell Aprile del 2012
già con in mente l’ idea principale del progetto, il gruppo esegue un
Progressive Metal veloce con sottostante un tessuto Metalcore, le influenze
maggiori le troviamo in band come Periphery e Animal as Leader. L’ ausilio
della doppia chitarra fa sì che l’ impatto tecnico sia alto, il sound della
band è prevalentemente Metalcore, poiché il tessuto della band è per l’ appunto
–core; le maggiori influenze stile Periphery le troviamo proprio nella
batteria, vista la buona capacità tecnica, soprattutto per quanto riguarda la
doppia cassa (Ma aimè, è click). In ogni brano è presente uno o più breakdown, personalmente non
li trovo affatto noiosi in quando una base elctro-ambient va ad arricchire,
probabilmente funge anche come ciliegina sulla torta per la band. Il migliore
brano del disco è “Uncontrolled Murder”, già primo singolo della band, ma
registrato per la seconda volta con audio migliore; il brano contiene in se la
capacità tecnica e l’ essenza musicale della band, riff veloci e complessi,
buoni ritmi creati dalla doppia cassa e
ottimi interventi per quanto riguarda la base elettronica. Qualcosa è ancora da
migliorare, ma gli strumenti adatti e le capacità per un ottimo lavoro ci sono.
VOTO: 6,5/10
-SADIK-mercoledì 10 aprile 2013
CYBER CROSS - IRA
I Cyber Cross sono una metal band Italiana, sopratutto noti
per la militanza del chitarrista Nick Savio (ex White Skull), il gruppo vanta
anche della presenza del cantante Alessandro Bevivino (Tron, New Branch e The
Fabulous Concerto). Ascoltando il disco, nella musica dei Cyber Cross troveremo
diversi elementi, infatti la band varia da un Melodic Death ad un Thrash non troppo veloce, sino a finire su
componenti Gothic Metal, il tutto ben ricoperto da un velo di atmosfere oscure
di stampo futuristico. Bevivino esegue –come nelle sue altre band Metal- un
growl graffiato, da notare che in alcuni punti lo scream sale di qualità sino a
raggiungere l’ acutezza per una band Deathcore (ok, forse ho esagerato un
pochetto, ma è comunque ad un buon livello); un ottimo lavoro quello del
bassista, le canzoni sono ben ritmate e non hanno una ritmica basilare. Buoni
riff da parte della chitarra, nel disco il Thrash lega perfettamente con le
parti più melodiche e malinconiche, dandogli anche un tocco cupo; per quanto
riguarda la parte della batteria troviamo sia ritmi più estremi e veloci che
più precisi e leggeri, questo grazie alla scelta della band di inserire
elementi da vari generi. Altra buona band capitanata da Alessandro Bevivino,
consigliati.
VOTO: 7/10
-SADIK-VOTO: 7/10
martedì 9 aprile 2013
MULDEPONIE-NOLDOR - LAUNAY MUR
La musica ambient è qualcosa di veramente rilassante, qualcosa che fa riflettere e sognare. Con questo split ci troviamo in mezzo a un disco inizialmente altalentante, per finire in qualcosa di felice, quasi allegro. I primi tre brani, di Müldeponie, sono alternate tra oscuro e rilassante, infatti ci troviamo una prima traccia veramente oscura, che mette addosso una tensione fantastica; poi si viene fortunatamente sollevati dalla seconda canzone che segna la fine della battaglia (infatti questi due brani iniziali sono collegati dal nome:" Chronicles Of Szigetvar - Part 1 & Part 2). La terza traccia è la più cupa, quasi opprimente, porta a tensioni spaventose. Ed ora veniamo al cambio di autore, le prossime 3 canzoni infatti sono di Noldor, interamente composte con archi, da sembrare quasi musica classica. Per chiudere il tutto, questo split è uscito bene, la prima parte mi è piaciuta parecchio, e anche la seconda non è stata da meno; il difetto che può sorgere da questo split è che tra la prima e la seconda parte vi è troppa differenza di stile, la prima quasi totalmente oscura e tenebrosa l'altra allegra e gioconda. Buon disco, ma si poteva collegare meglio l'intero lavoro.
VOTO: 6,5/10
-K0R3-
lunedì 8 aprile 2013
TRON – CRITUBIO VS MICROBOMB
I Tron sono una band Crossover/Thrash Metal Italiana,
capitanati dal cantante Alessandro Bevivino, la loro storia si ferma solamente
a due dischi: Microbomb (2007) e Critubio (2008). Il disco in questione è
appunto l’ unione dell’ intera discografia della band, quasi creato come un’
ipotetico scontro fra Critubio e Microbomb. Veniamo al primo album in
questione: Critubio; un disco vivace sin dal primo brano “Bewitched”, molto
incentrato su un Crossover con tanto di buon Groove e spunti Rap-Metal. Intensa
la parte vocale, -d’ altronde in ogni progetto di Bevivino soprattutto la parte
vocale è complicata- il cantante è spesso costretto a passare velocemente da un
growl sporco e graffiato al melodico; parte in basso non troppo complicata ma
ritma perfettamente il prodotto finale. La sezione ritmica delle chitarre è ben
strutturata, i riff spezzano il ritmo e ripartono con la stessa velocità
precedente, mentre la batteria esegue ritmi non troppo complicati, ma nel
complesso è un buonissimo lavoro; degna di nota è la canzone “Six Two Sex”,
brano in stile Alice in Chains. Il secondo disco “Microbomb” è più irrequieto
rispetto a quello precedente, il sound si sposta molto di più su un Crossover Thrash infuriato e pesante, ma come
è solito di Bevivino l’ ironia non manca mai. La voce non varia, è sempre
comunque presente uno scream/growl graffiato alternato al clean, mentre i riff
si appesantiscono di più e aumentano velocità; da notare il suono della
batteria, il rullante e la doppia cassa hanno un sono pieno e rimbombante, e
grazie a questi elementi le canzoni ne escono con un sound positivamente
confusionario ma intrigante. Ci vogliono più ascolti per capire il disco, una
band derivata ma non troppo che comprende aspetti interessanti ed ironia, buon
disco.
VOTO: 7,5/10
-SADIK-
VOTO: 7,5/10
venerdì 5 aprile 2013
THE FABULOUS CONCERTO – THE FABULOUS CONCERTO
Gli ormai estinti The Fabulous Concerto sono una band
Nu/Groove Metal capitanata dal leader Alessandro Bevivino, nascosto sotto il
nome di “Alex Fabolous”. La proposta musicale della band è un Nu/Groove Metal moderno
aggressivo che viaggia su sonorità e ritmi rocciosi, rimandante molto a band
come Pantera, White Zombie e Korn. Conosciamo ormai le varie stilistiche vocali
di Bevivino, in questo disco si presenta maggiormente con un growl sporco con
tonalità simile a quella di Anselmo e Rob Zombie, aggiunti cenni di scream e
non mancano spunti molto simili agli ultimi album da solista, soprattutto nei
brani “Devil Slaughter” e “Mud”. L' esibizione del vocalist è indubbiamente
ottima, ma aimé, nella prima parte del disco il tono è quasi sempre lo stesso e
confonde i brani, tanto che si fa fatica a distinguere una traccia dall’ altra;
tutto il resto del ritmo si muove su dinamiche aggressive e piene di Groove, ma
purtroppo in molti punti il risultato sembra essere abbastanza scontato. E’ un
gran peccato che una band capitanata da Alessandro Bevivino sia così derivata e
quasi priva di personalità propria, un grande potenziale espresso male, ma
nonostante il prodotto finale sia abbastanza confuso trovo il disco comunque
sufficiente.
VOTO. 6/10
-SADIK- VOTO. 6/10
giovedì 4 aprile 2013
BANNED FROM HELL - NIGHTMARE
EP di debutto della Melodic Death Metal band toscana rilasciato lo scorso anno. Anzi, non appartengono propriamente al genere, viste le influenze Metalcore presenti nel sound del sestetto (comunque ispirato a gruppi storici come In Flames e Dark Tranquillity). Dopo l' intro “Overture” (dal titolo mi aspettavo qualcosa sulla musica classica ma sono rimasto deluso) si comincia con “Hate”, traccia che mi ha dato subito la sensazione di essere stata scritta su due piedi: banale, prevedibile e con alcuni passaggi anche abbastanza casuali (solo le parti di tastiera mi sono piaciute). Il discorso continua con “Killing In Cold Blood”, leggermente più elaborata rispetto alla prima ma con gli stessi difetti. “Gunshot” invece è quella che ho odiato di più, dove il cantante Fabio Giancalone cerca di cimentarsi con lo scream in maniera assai penosa, anche se in tutto l'EP ho trovato le parti vocali abbastanza sottotono. Infine vi è “Nightmare”, canzone in stile Children Of Bodom, che ho trovato abbastanza godibile se paragonata alle altre, ma che presa singolarmente non è nulla di speciale. In parole povere, per me questo EP è stato un buco nell'acqua. Capisco che sia solamente l'esordio della band, ma se ci avessero messo un po' più di passione e cura sarebbe risultato almeno qualcosa che poteva intrattenere. E invece...
VOTO: 5,5/10
-ULTHAR-
martedì 2 aprile 2013
TORTURE ASCENDANCY 1307 – REVERSING CREATION
I Torture Ascendancy sono una band Death Metal proveniente
dalla Pennsylvania. E’ abbastanza strano recensire un EP di soli due brani,
poiché la quantità del materiale è scarsissima e spesso non si riesce bene ad
inquadrare lo stile della band, ma ci proverò lo stesso. Il primo brano
“Reversing Creation” presenta maggiori influenze da band come Decapitated,
soprattutto nella parte della batteria grazie a passaggi veloci e ben distinti;
le chitarre eseguono riff taglienti che –soprattutto nell’ intro e nei cambi
ritmatici- seguono perfettamente la linea della batteria, in tutti e due i
brani troviamo un buonissimo growl gutturale con spesso sullo sfondo scream
rabbiosi. Brano che va a completare il disco è “And Darkness was Cast”, canzone
più estremizzata rispetto a quella precedente, le note che caratterizzano il
brano rispetto a “Reversing Creation” sono per prima cosa ritmi più solidi e
veloci, riff più duri ma velocizzati vanno a completare il lavoro facendo spostare
le influenze su band come Cannibal Corpes e Deicide. Nulla di nuovo o
innovativo, ma comunque un prodotto valido.
VOTO: 6/10
-SADIK-VOTO: 6/10
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