domenica 31 marzo 2013

venerdì 29 marzo 2013

TARANTULAH – KEDAMAIAN JALAN HITAM



Tarantulah è una band Thrash/Punk proveniente dalla Malesia. Una produzione casereccia rende questo Demo crudo, soprattutto per quanto riguarda la voce ( Nota: non nel senso di acerbo, ma Raw ); la band unisce vari componenti del Thrash con il primo Death Metal legandoci anche caratteristiche del Punk. Nel disco troviamo riff abbastanza veloci fortemente influenzati da Thrash e Punk dal punto di vista tecnico, ma con la pesantezza e violenza del classico Death dei primi anni; per quanto riguarda invece la batteria troviamo ritmi abbastanza veloci ma non pesanti, ed è proprio qui che il Thrash/Death si fa sentire di più rispetto al resto della strumentazione. In fine nella parte vocale è presente un growl gutturale apposta voluto in low-fi; nonostante questo a volte sono presenti dei piccoli “fail”, soprattutto da parte della chitarra, ma comunque un buon lavoro.

VOTO: 6,5/10
-SADIK- 

giovedì 28 marzo 2013

DEATHCRUSH - COLLECTIVE BRAIN INFEKTION


I Deathcrush sono un trio italiano, proveniente da Bessude, vicino Sassari, attivi fin dal 2003 con numerosi demo e con il debutto debutto, “Collective Brain Infektion”, rilasciato quest'anno. La proposta musicale è quella di un incrocio tra l'ultraviolenza dei Nile (ma i nostri tecnicamente sono tutto sommato modesti) e la lentezza soffocante e il furore tipici dei primi Obituary. Dopo l'intro (che io come al solito ho subito accantonato in quanto li considero dei semplici riempitivi per allungare la durata) si comincia con “Asphyxiated By Disgust”, tracca pesantissima niente male, con un buon ritmo di batteria, riff continui ed una voce growl in stile Karl Sanders funzionale. Il problema sta dopo l'ascolto della seconda tracca, “Total Misantropik Sick”, sulla quale si possono descrivere quasi le stesse identiche cose della prima. E dalla terza in poi ci si rende conto che, fino alla fine, il resto sarà la solita minestra riscaldata in continuazione. Sicuramente un pizzico di varietà in almeno un paio di traccie non avrebbe guastato, anche perchè il disco è carente di assoli e momenti veramente ispirati e capaci di colpire all'orecchio dell'ascoltatore. In ogni caso, canzoni come la title track, “Furious Murder Art” e “Necrogod Devastation” sono capaci di intrattenere, mentre invece le ultime due traccie alla fine del disco mi hanno dato fastidio, dandomi la sensazione di “frettoloso” e “scritte in fretta”. Non so che altro dire. Se volete staccare il cervello dalle proposte ultra-tecniche e violentissime di Nile e Brain Drill allora questo disco vi potrebbe anche intrattenere; in caso contrario girate al largo. Voglio comunque essere speranzoso per questa band del nostro underground, e che in futuro riescano a tirare fuori qualcosa di molto più interessante e personale.

VOTO: 6,5/10
-ULTHAR-



mercoledì 27 marzo 2013

HYDRA - GHOST TOWN


Gli HydRa... finalmente torno ad ascoltare qualcosa di simile al Nu Metal, che  come già detto in precedenza è il mio genere preferito. Questo disco è stata una vera manna dal cielo, infatti la band nostrana ci propone con "Ghost Town" un miscuglio di generi veramente riuscito bene, da riff Punk alla pesantezza del Nu per finire con la finezza dell' Alternative Metal. La voce in questo disco è perfetta e si adatta sempre alla parte strumentale, in alcuni punti mi sembra addirittura quella di Serj Tankian; la chitarra ricorda molto lo stile dei primi lavori dei Korn, soprattutto nella title track ed il basso è pompato al punto giusto, però pur sempre avvinghiato alla batteria in modo ottimale. Nella traccia "Oracle" si ha un vero e proprio miscuglio di Nu metal e Alternative che riesce ad ipnotizzare l'ascoltatore, per me questa è appunto la traccia migliore del disco. Nella sua interezza questo album è violento al punto giusto: carico in alcuni punti e leggero in altri in modo da risultare un ascolto per tutti ma pur sempre fatto bene, per nulla ripetitivo. L'unica pecca del disco è la registrazione un po' grezza, ma comunque questo passa veramente in secondo piano, anzi, viene sovrastato dal contenuto vero e proprio. Questo è uno di quegli album che secondo me lancerà la band sin da subito!

VOTO: 9/10
-KOR3-


lunedì 25 marzo 2013

RADIANCE - UNDYING DIABOLYCA


Dei Radiance abbiamo poche notizie, in quanto non dispongono,  credo almeno, di una fan page su Facebook, l'unica cosa certa è che sono un gruppo Progressive Metal validissimo. Ho trovato questo album originale perché c'è una cantante e non un cantante, ciò significa che gli acuti sono fatti meglio e la quantità esagerata non rappresenta un problema, a contrario di molte band con un cantante maschile. Ascoltando l'album sembra di stare ascoltando gli Yes con tonalità Metal, quest'ultimo paragone riguarda soprattutto la composizione e l'esecuzione dei brani, molto accurata, ottimi i riff e gli assoli di chitarra, ottima la sezione ritmica, ottimo tutto. Il suono, infine, è molto pulito; inoltre voglio aggiungere che in questo disco non c'è qualcosa che non mi sia piaciuto, è incredibile: suonato bene, la tecnica è più che buona ed il cantato non annoia. Credo che questi giovanotti siano una nuova promessa nell'ambito del Prog Metal, gli auguro con tutto il cuore di fare strada.

VOTO: 10/10

-Dom-


                                                                     VIDEO                          

domenica 24 marzo 2013

WOLFINGAR - RAGNAROK


Oggi vi presento un lavoro Folk Metal nostrano dei Wolfingar. Band formata tra il 2007 e il 2008 sforna solo nel 2012 il suo primo EP, il disco propone un Folk Metal vario, con influenze e una voce femminile ammaliante. Questo EP è pieno di pro e di contro, ma senza indugiare analizziamo l'album che il gruppo ci propone. "Ragnarok" è composto da 6 tracce, ma senza parlare di ogni canzone vi descrivo  a grandi linee cosa vi trovereste davanti scaricando questo EP. La cantante propone un range vocale veramente interessante per quanto riguarda la voce pulita ma quando invece si cimenta nel growl risulta abbastanza fragile e per quanto vale lo scream, per un orecchio come il mio, a volte è troppo acuto.  In alcuni brani sono presenti delle parti di flauto azzeccatissime, e devo dire sono ciò che mi è piaciuto di più nel disco; per quanto riguarda le tastiere invece, io le trovo molte volte fuori luogo, forse per l'effetto scelto. La traccia che preferisco è la quinta, "The Rainstorm Ride", che secondo me è la più varia e quella con il range vocale più significativo. L'ultimo "errore" di questo disco è il mixaggio che a volte risulta fatto superficialmente, ma nel complesso questo disco per me è più sufficiente, e ve lo consiglio nonostante i vari difettucci trovati.

VOTO: 6,5/10

-KOR3- 

sabato 23 marzo 2013

NOISE FROM NOWHERE - THE RIGHT CHANCE


Come mia prima recensione voglio presentarvi una band alternative metal nostrana che mi sta appassionando subito con il loro primo lavoro! Il disco in questione è "The Right Chance", EP di debutto dei Noise from Nowhere. Sin inizialmente con la prima traccia "Waiting despite This" la band propone un Alternative Metal abbastanza vario, con una voce pulita molto piacevole da ascoltare che sa accordarsi bene con tutto il resto della strumentazione. La seconda traccia "Crossbreed Destinies" è già più tranquilla, con un arpeggio iniziale rilassante che successivamente si muterà nel ritornello ma, nonostante la potenza,  fa comunque rimanere la traccia scorrevole ma più variabile. In questa canzone, soprattutto, si sente un'importante influenza di gruppi come Three Days Grace, per giri di basso e ritornelli con la chitarra che diventa la colonna portante di tutto. Anche il terzo brano "Away" inizia con un arpeggio che, a differenza della traccia precedente, sfocierà prima in un verse acustico e poi si trasformerà violentemente in un ritornello incalzante, digeribile e veramente piacevole. La quarta traccia è quella che preferisco "Panic B' Day" infatti ha leggere influenze Nu Metal a partire dall' intro e dal basso del ritornello molto pompato, infatti questa è la traccia più cattiva del disco ma anche la più bella, data la complessità delle varie parti di chitarra basso e batteria; con un ritornello vario e quasi sincopato questa è, come già detto la canzone che reputo migliore. Il disco si chiude (purtroppo) con la title track "The Right chance", la canzone più "Alternative" del disco, con un intro abbastanza violenta che muterà in un verse tranquillo con la voce pulita accompagnata da un altro classico arpeggio. Questo EP è un ottimo inizio per la band, l'unico difetto può essere la leggera ripetitività di arpeggi che potrebbe infastidire le orecchie più esperte, ma nonostante tutto, questo passa in secondo piano, ottimo lavoro!

VOTO: 7/10
-KOR3-


giovedì 21 marzo 2013

BLESSED DEAD - PROMO 2013


Non è tanto semplice scrivere una recensione su un promo di tre soli brani, ma ci proverò lo stesso, anche se il problema principale non è questo. I Blessed Dead sono una Death Metal band italiana proveniente da Brescia (Lombardia), si sono già fatti conoscere nel nostro underground estremo con l'EP “Sick Human Essence”, rilasciato lo scorso anno. Composto essenzialmente dalle tracce “Miss Bloody Pain” e “To Feel Your Agony” (più l'Intro, ma che non terrò conto vista la sua superficialità) il promo è descrivibile con una sola parola: esagerato! Esagerato per la violenza generale, la velocità ai limiti della cacofonia di chitarra e batteria e per il cantato in growl di Asmodeus Mannaz. In meno di 12 minuti il gruppo orchestra un vero e proprio massacro al cervello. Però c'è da sottolineare per forza che questa ultra-violenza tende, come avevo notato anche in “Sick Human Essence”, rischia di fregare la band sul suo stesso campo, dato che le due tracce si assomigliano in maniera praticamente identica (anche se in “Miss Bloody Pain” c'è un momento “emergente" al minuto 1:50 ma che è meglio se non descrivo per pudore). Capisco la voglia di creare la musica più estrema e distruttiva possibile, però dopo un po' basta!

VOTO: 6/10
-ULTHAR-



                         VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=pG1b5csnu2w

mercoledì 20 marzo 2013

DEATH AGONY – CARCIROGENIC MEMORIES



I Death Agony nascono nel 2005 a Maubeuge (Francia). La band offre un buon Death Metal   influenzato dalle maggiori band Death anni ’90, vale a dire Vader, Behemoth, Six Feet Under e band annesse, ma le maggiori influenze le troviamo da parte dei Morbid Angel e Obituary. Nella parte vocale è presente un growl sporco che spesso va a finire in pig squeals nelle parti più alte, ma non mancano comunque urla in scream; la batteria esegue ritmi veloci alternati da altri più lenti ma comunque quotidiano per quanto riguarda il Death Metal. Altro punto forte della band, oltre alla voce, sono i riff delle chitarre, che nonostante non siano ne innovativi ne estremamente originali, mantengono costantemente un’ ottima tecnica e velocità. Anche se quest’ album non è nulla di nuovo, non ha molta originalità e in alcuni momenti è ripetitivo, mantiene costantemente una buona dose di potenza e tecnica; da notare che nonostante la violenza la band non va a finire sui generi più estremi, esempio il Brutal Death. Buon album, nonostante le pecche sopra citate.

VOTO: 7/10
-SADIK-   


martedì 19 marzo 2013

ENDITOL - ENDITOL





     




                                                                                                 Gli Enditol sono un gruppo proveniente da Calgary, in Canada, composto dal cantante Jerrod Maxwell Lyster e dal polistrumentista e produttore Alan Sacha Laskow (quest'ultimo già noto in ambito underground per essere stato il mostruoso chitarrista dei Divinity). L'esordio discografico, l'omonimo “Enditol”, è stato rilasciato circa tre anni fa e la sua proposta musicale è quella del Progressive Metal. Ma quest'album non è il solito disco prog che si perde nella massa per via della mancanza una vera personalità! Anzì, tutt'altro: questo disco è a dir poco affascinante ed emana un'atmosfera ed una personalità unici che, almeno per esperienza mia, non ho sentito in altri dischi dello stesso genere. Dall'iniziale “Monoculture”, che inzia con un riff pesante ed un blast beat velocissimo, si capisce fin da subito che il disco vuole indicatore all'ascoltatore di essere “diverso” ed “unico nel suo genere, ma “Enditol” è molto, molto altro; per tutti i 36 minuti filati si ha la sensazione di cadere in un vortice che mescola Divinity, Control Denied (dove Lyster si diverte un pochetto a imitare la timbrica di Tim Aymar, seppur in maniera più pesante), Rush ed anche qualcosina di Djent e Mathcore.  Le tracce che consiglio in assoluto sono la violentissima “Blame”, con una parte vocale sconvolgente per trasporto emotivo, “Hope Universal” (la traccia più simile ad una qualunque canzone dei Divinity di “The Singularity), con un assolo che farebbe impallidire John Petrucci, “Exterminans”, che strizza l'occhio ai Soilwork, e la già citata”Monoculture. Ma il vertice è “Heavenvein”, brano bellissimo e commovente, dove le linee vocali di Lyster si intrecciano perfettamente con quelle di chitarra e batteria, creando sopratutto nel ritornello un'enfasi straordinaria. Consigliato assolutamente per chi cerca una ventata di aria fresca nel panorama Progressive. Dimenticate almeno una volta le solite band (Rush, Pain Of Salvation e sopratutto Dream Theater) e date ad un'occhiata a questa geniale quanto promettente band. Applausi per Lyster e Laskow!

VOTO: 8,5/10
-ULTHAR-

lunedì 18 marzo 2013

THE BIG CRUNCH – EP 2012



I The Big Crunch nascono nel 2008 sotto forma di cover band; a causa di innumerevoli cambi di stile e line-up la band riesce a stabilirsi e a proporre pezzi propri solo quattro anni dopo, nel 2012. Il gruppo propone un buon Crossover fortemente influenzato dal Nu Metal, come influenze di band principali troviamo i Mudvayne (precisamente, nell’ album “L.D. 50”), Godsmask, Drowning Pool e Disturbed, che unite ad una buona tecnica e ad un pizzico di violenza danno frutto ad un buon prodotto. Nella parte vocale troviamo un buon clean che spesso finisce in un growl non troppo pesante ma con rari spunti di scream; le chitarre variano da brano a brano, ad esempio nella prima traccia “Sucker” basano la canzone su un Nu Metal veloce, mentre in “WWR” prendono più sostanza dal Crossover. La batteria ha un suono pieno, spesso alterna i classici ritmi del Nu Metal con ritmatiche basilari, ma resta comunque una buona prestazione; eccellente performance del basso invece, pompa molto e spesso si può chiaramente sentire. Una band che promette molto, non vedo l’ ora che esca il nuovo album, intanto li ascolterò molto volentieri.

VOTO: 7/10
-SADIK- 

sabato 16 marzo 2013

ETERNAL MISERY – THE BEGGINING OF THE END



Ritorniamo dal nostro Eternal Misery, progetto Depressive Black Metal portato avanti dal giovane Amarth. Un disco sicuramente più maturo rispetto al precedente Demo “Happiness in my Dream”, anche se uscito solo a distanza di pochi mesi si intravede già un buon miglioramento. Il suono distorto dei riff balza più all’orecchio rispetto ai brani del Demo precedente, migliorati anche dal punto di vista tecnico; dalla parte della batteria troviamo sempre ritmi lenti ma ben scanditi e con un suono pieno. Nella parte vocale sono presenti sempre le classiche urla usate anche nel disco precedente ma che comunque non si fermano a toni basilari o scontati; degne di nota sono la cover strumentalizzata di Thy Light “A Crawling Worm in a world of Lies” e la malinconia “End of Pain”, che personalmente è stata la canzone che più mi ha colpito. Attendo solo l’ uscita del prossimo disco, aspettandomi e sperando ancora in una maturazione anche se già questo lavoro promette bene.

VOTO: 6,5/10
-SADIK- 

venerdì 15 marzo 2013

HUMULUS - HUMULUS



Un trio energico proveniente dalla città di Bergamo ci propone un Heavy-Stoner roccioso con componenti strumentali principalmente Acid Rock. Alla base di tutto troviamo riff corposi e pesanti che rimbombano grazie al basso, mentre per quanto riguarda la parte della batteria troviamo il classico pestare caratteristico dello Stoner Rock accompagnato da ritmi più brevi che caratterizzano l’ Hard Rock. Un sound lungo ed ipnotizzante proprio come quello originario, riff pesanti, una voce sporca ed il classico pestaggio, tutte caratteristiche che troviamo nei brani degli Humulus e che faranno  sicuramente tornare ai vecchi tempi le persone che vissero il periodo dell’ inizio anni ’90, quando i Kyuss diedero il via alla creazione dello Stoner Rock. Peccato che ormai il genere sia quasi etichettato del tutto come antiquato, ma di band di spessore ne nascono sempre.

VOTO: 7/10
-SADIK- 

giovedì 14 marzo 2013

GOEMAGOT - ERADICATION OF INSIGNIFICANT BEINGS



Il brutal death metal è più non-morto che mai e il 2013 è il suo anno! Dopo grandi ritorni di titani come Defeated Sanity, Suffocation, Devourment e Guttural Secrete, un altro disco si aggiunge alla lista di acquisti imprescindibili di ogni appassionato: si tratta del disco di debutto del trio americano dei Goemagot. Dopo un demo molto apprezzato nell’underground brutal death – Parasitic Incineration – la band rilascia Eradication Of Insignificant Beings, che supera Parasitic Incineration in ogni modo possibile e con tutta probabilità è il miglior debutto BDM degli ultimi anni.

Quello che abbiamo qui è un disco brutal death tecnicamente eccellente e ricco di influenze slam e piccole idee usate saggiamente. I Goemagot non sono innovatori, ma sono sicuramente personali e, cosa più importante, sanno scrivere canzoni eccezionali. La band mantiene un costante equilibrio tra velocissimi riff brutal e slam spaccaossa, connettendoli alla perfezione nelle maniere più varie ed efficaci. Si fa inoltre un ottimo uso di melodie malevole, spesso suonate in tremolo, talvolta in grado di coinvolgere emotivamente l’ascoltatore, cosa assai rara nel genere in questione. La qualità dei singoli riff, degli slam e di tutto il resto è elevatissima e i Goemagot aggiungono sempre un piccolo tocco di personalità che li eleva dalla massa di band che si limitano a copiare buone idee dai grandi del genere. Lungo la tracklist troviamo episodi quasi totalmente slam, dal groove irresistibile – come Headless Prostitute Present e Too Decomposed To Rape – alternati a rapidissime deflagrazioni dirette come un pugno nello stomaco – ad esempio Progressive Regression of Cognition e Crushed After Dismemberment – per arrivare a tracce più lunghe ed articolate, che risultano poi le migliori del disco: sto parlando di The Ethics Of Omnipotence e Beg For Extincion. Quest’ultima in particolare è la canzone più bella, pesantissima pur utilizzando melodie struggenti e sinceramente emozionanti, chiudendo con un assolo epico, da ascoltare e riascoltare, e sfumando infine in un’outro di chitarra acustica che chiude un disco magnifico.

La produzione dell’album è uno dei suoi principali punti di forza, incredibilmente genuina eppure chiara, permettendo di distinguere i vari strumenti con sufficiente chiarezza senza rinunciare alla paludosità tipica del genere. Tra i membri, spicca particolarmente il batterista Daniel Hemmerich, la cui performance è impressionante e più variegata ed interessante della tipica band brutal/slam, ma ugualmente intensa e brutale. Inoltre, un carattere distintivo dei Goemagot sono le paurose vocals di Cody McConnell, profonde e putride all’inverosimile. Ricordano quanto fatto da Antti Boman nei Demilich (il quale ha uno dei growl più profondi che abbia mai sentito), con un tocco di Angel Ochoa (Cephalotripsy) che non guasta mai. Inoltre, Cody dimostra anche una certa abilità con il basso, che si ritaglia diverso spazio nel corso delle canzoni proponendo talvolta mini-assoli e uso del tapping. Ottima la performance di Matt Murphy alla chitarra, specialmente per quanto riguarda la parte solistica, per quanto nel disco questa abbia uno spazio piuttosto limitato.

Eradication Of Insignificant Beings è un disco immediato, longevo, intenso, coinvolgente, dal ritmo perfetto. Potrei usare un mucchio di aggettivi per descriverlo, nessuno dei quali negativo. Tutti i fan del BDM dovrebbero ascoltarlo e comprarlo al più presto, poiché sarà dura rivedere un debutto di questa qualità in tempi brevi. Onore ai Goemagot, sperando che nel futuro questi americani possano proporci qualcosa di ancora più impressionante!

VOTO: 9/10
FEDERICO ARATA (MrFreddy, Metallized)



mercoledì 13 marzo 2013

SANITY'S RAGE - YOU ARE WHT YOU SWALLOW


Album di debutto della band belga proveniente da Dibeek ed attiva fin dal 2002. “You Are What You Swallow” è un classico album di puro Thrash Metal vecchio stampo, senza fronzoli ne' peli sulla lingua, dove personalità ed originalità sono come quasi sempre lasciate da parte in favore di canzoni classiche ma dannatamente fluide e godibili.
Già l'iniziale “Aberration Mandatory” fa capire subito le potenzialità del quintetto, con un'eccellente batteria, chitarre ritmiche e soliste ben cadenzate e la splendida voce di Kenny Molly a condire il tutto. Le tracce che consiglio in assoluto sono “Once You Cross”, davvero bella, la bestiale “Taste of Decay” con assoli deraglianti e la title track nel finale, anche se alla fin fine, se non fosse per questi dettagli, le canzoni si somigliano un po' tutte e non ce ne è nessuna capace di emergere veramente. Rimane comunque un album che consiglio agli amanti di Thrash classico che vogliono usare 47 minuti del loro tempo in maniera intelligente e divertente. Se non altro questo è uno dei tanti gruppi che ci dimostra come il Thrash anni '80 stia ritornando alla ribalta, seppur non come ai vecchi tempi.


VOTO: 7,5/10
-ULTHAR-


martedì 12 marzo 2013

FORLORN CHAMBERS – UNBORN AND HOLLOW



I Forlorn Chambers sono una band Death Metal finlandese. Teoricamente fondata nel 2012, nel Gennaio 2013 danno alla luce il loro primo debutto: “Unborn and Hallow”, Demo di solamente tre tracce ma con buone atmosfere. L’ andazzo del disco è sempre lo stesso e viene spesso prolungato, un Death Metal con spunti di Grind posa su strutture Black che riescono a dare atmosfera alle canzoni. Come primo brano abbiamo l’ omonima “Unborn and Hollow”,  già precipitosa sin dall’ inizio grazie a parti in batteria Black/Grind, rallenta nella parte finale ma senza perdere la violenza iniziale; bella l’ idea dei cori maschili in “And we hail the ones who fall” che impreziosiscono l’ atmosfera già creata dalle chitarre mantenendo comunque la linea del brano precedente; come ultima canzone troviamo “Desolate Resolution”, canzone più lenta rispetto alle altre ma con una maggiore capacità tecnica da parte del basso. Fino a qui un’ ottima prestazione, peccato che anche questa volta un pelo nell’ uovo c’è: purtroppo la parte vocale non è per niente adatta, troviamo un growl gutturale quasi pig squeal che mantiene sempre lo stesso tono durante tutto il disco, non è brutto in se ma non lega con la band. Nulla di estremamente nuovo, ma comunque un lavoro degno di nota.

VOTO: 6,5/10
-SADIK-

lunedì 11 marzo 2013

ETERNAL MISERY – HAPPINESS IN MY DREAMS



Eternal Misery è un progetto Dsbm portato avanti dal giovane Amarth, ragazzo diciassettenne proveniente dal Marocco. “Happiness in My Dreams” è il primo demo uscito nel Novembre del 2012, composto solamente da tre brani di cui uno strumentale. Già dall’ inizio della prima traccia “Nowhere to flee” si nota che la voce in alcuni casi è abbastanza fuori tempo e l’ audio è troppo elevato, mentre la parte strumentale fa da semplicissimo sfondo alla voce affranta di Amarth; già strumentalmente meglio l’ omonima “Happiness in my Dreams”, che racchiude una piccola parte puramente Black Metal, ma purtroppo nella sezione vocale le urla di ripetono troppo a lungo e in maniera monotona ed uguale. Ultimo brano è “The bitter Truth”, canzone strumentale che vedo più adatta per una parte vocale, poiché il ritmo è sempre lo stesso e variano solamente i riff. Purtroppo l’ esordio di questa one-man band non è un successo, sono presenti troppe idee basilari e alcune cose sono mal amalgamate, ma ho fiducia nel musicista e sono sicuro che migliorerà.

VOTO: 5/10
-SADIK-

sabato 9 marzo 2013

ONE SENSE TOO MUCH – HER NEVERLAND



Gli One Sense too Much sono una band Progressive/Deathcore con componenti provenienti dalla Germania e dalla Malesia; la loro musica è indubbiamente pesante e distruttiva, ma allo stesso tempo lega anche con parti melodiche. Le prime cose che saltano all’ orecchio sono essenzialmente due: oltre ad essere spesso fuori tempo, il suono della batteria è troppo statico e porta a capire che per realizzare quelle parti è stato usato un software apposito; il growl in exhale del cantante sembra essere più adatto per una band Brutal Death Metal e lo scream è troppo teso, mentre l’ inhale è ancora da migliorare. Nonostante queste cose il tessuto della chitarra è ottimo e rispecchia una buona tecnica, il tono vocale del cantante riesce comunque a dare un senso di pesantezza e le parti più melodiche riescono ad immergere l’ ascoltatore nella purezza musicale della band. Sicuramente c’è ancora molto da migliorare, soprattutto nel campo della batteria, ma la voglia di comporre c’è; credo che la band possa tirare fuori molto di più rispetto a questo disco, attendo nuovi sviluppi di questa band Deathcore cazzuta.

VOTO: 6/10
-SADIK-

venerdì 8 marzo 2013

LOCUS ANIMAE – OVE IL MIO IO CADRA’



I Locus Animae nascono nella primavera del 2012 con l’ intento di portare nuove sonorità nel panorama Black/Depressive Black Metal. La sestina di Novara mescola il Dbm al Black più classico aggiungendogli una nota Doom grazie a ritmi piuttosto lenti e con pezzi vocali quasi recitati. Nelle parti più estreme la batteria crea ritmi veloci che accompagnano taglienti riff  uno scream rabbioso, da notare i sottofondi creati dalla tastiera molto simili a quelli di Thy Light; carine le spesso presenti parti cantate normalmente in modo quasi cantilenico con basi melodiche e cullanti; pecca abbastanza l’ audio della parte strumentale, che sembra avere paura di rubare il palco alla voce. Una band molto valida, attendo l’ uscita successiva a questo EP, aspettandomi anche miglioramenti.

VOTO: 6,5/10
-SADIK-

mercoledì 6 marzo 2013

SLOVENLY WORLD – ALTERNATE ENDING



Gli Slovenly World sono un gruppo Groove/Death Metal francese. La band mescola la violenza dei Gojira con il buon groove dei Machine Head, facendone uscire un prodotto compatto e feroce con leggere influenze Metalcore. Già dai primi due brani si può benissimo capire l’ andazzo del disco: un groove pesante accompagna una rimbombante batteria dai ritmi veloci e violenti; una buona prestazione del basso che segue perfettamente la doppia cassa fa rimbombare ancora di più i brani; sinceramente nella parte vocale avrei preferito una voce più bassa, cupa e rauca, ma comunque quella presente ora non rovina l’ album. I brani “Alternate Ending” e “Choose your end” sono gli unici ad avere influenze Nu Metal nella stilistica dei Mudvayne, grazie a riff più lenti con pause tra di loro e con doppia cassa e basso più evidenti. Una band che ha tutte le carte in regola per emergere discretamente, nulla di nuovo, ma comunque un buon lavoro.

VOTO: 7/10
-SADIK-


domenica 3 marzo 2013

IN CASE OF CARNAGE - MEDICATION TIME


Ep di debutto della band italiana In Case Of Carnage, che ho anche avuto il piacere di vedere a ottobre insieme ad altri due gruppi come apertura agli Arch Enemy, rilasciato lo scorso 23 gennaio. La proposta dell' Ep è quella di un Technical Death Metal con varie influenze Deathcore, evidente sopratutto nelle voce in scream della cantante Helleonore che si alterna al growl cavernicolo di Paolo. Nel complesso le canzoni del mini-album sono ben strutturate, a partire da “Black Widow” (dove la ritmica del batterista Giulio e del bassista Enrico è precisa come un rasoio) per poi passare ad “Horrifying Friends” (con un intermezzo melodico niente male) e alla velocissima “Shrift”. Ma il brano più rappresentativo dell'Ep rimane per me “Two Sides Of A Man, che contiene tutto quello che una buona canzone technical death dovrebbe avere: ritmica schiacciasassi, tecnica, violenza, Hardcore e anche Jazz e Funky (rintracciabili nella parte di basso di Enrico). Unico pelo nell'uovo è una traccia un po' sottotono rispetto alle altre: “Endorphin Rush”, che non mi ha colpito particolarmente. Beh, pazienza. Comunque è un Ep che consiglio abbastanza sia per gli amanti del Technical Death che del Deathcore. Attendo l'uscita del loro album per tornare a parlare di questa ottima band che mi ha fatto capire come l'underground estremo italiano si regga ancora in piedi.

VOTO: 7,5/10
-ULTHAR-



sabato 2 marzo 2013

DECOMBRES - DECOMBRES


Décombres, che in francese significa “macerie”, è il malsano progetto solista del canadese Philippe Boucher, diventato abbastanza famoso nel metal underground per essere il batterista dei Beyond Creation.  L'album di esordio, l'omonimo “Décombres”, è stato rilasciato l'anno scorso e la sua proposta musicale è di un Black Metal in stile Burzum (in particolare il capolavoro “Filosofem”), con annessa classica atmosfera oscura raccapricciante e produzione e registrazione di bassa qualità. Già dall'iniziale “Consumation” si affera fin da subito che l'album sarà di difficile ascolto, con pochi virtuosismi di chitarra e batteria e una voce in scream folle e disturbata, ma forse è anche questo un punto forte del disco: una vera sensazione di smarrimento e di mancanza di appigli. Nonostante la tecnica non elevata, alcuni riff si incollano nel cervello dell'ascoltatore senza staccarsi facilmente (come quello della citata “Consumation” oppure “Elévation” e “Aurore Boreale”) e, una volta afferrata correttamente dopo 2-3 ascolti, l'atmosfera di desolazione e di disperazione che si respira è unica. Ma il pelo nell'uovo c'è sempre: quello che mi ha dato abbastanza fastidio è stata la quasi uguaglianza di tutti i brani dell'album, ad eccezione di “Dernier Souffle” che è quella che, almeno per me, simboleggia tutto l'album. Consigliato sopratutto a chi campa sia di normale Black Metal che di Depressive Black Metal; per tutti gli altri se non riuscite ad accettare le sonorità disturbate alla Burzum posso anche capire.

VOTO: 7,5/10
-ULTHAR-



venerdì 1 marzo 2013

TOP 3: FEBBRAIO (2013)

1. Tales of the Old
    Power Metal

2. Commando
    Thrash Metal
3. Deus Otiosus 
    Death Metal

NOSTALGIA - NEGATIVO


Ci troviamo davanti ad una vera e propria evoluzione musicale da parte dei Nostalgia. Li ricordavo grazie a “512 Devil Music Vol. 2”, un disco essenzialmente Punk leggermente influenzato dal Depressive e dal Crust, ed ora me li ritrovo ad eseguire un DBM con elementi Black Metal e Blackgaze. Le sonorità particolari e varie sono quasi sparite, dando spazio a sound più cupi e duri; il suono casereccio e low-fi è notevolmente migliorato anche se la qualità della voce (per scelta) è stata mantenuta. La parte vocale in clean è stata sostituita da uno scream/growl sofferente, la batteria si è estremizzata e i riff da Hardcore sono passati ad un incrocio tra Black e Blackgaze. Sicuramente la band è maturata e cambiata molto, ma bisogna ancora migliorare un pochetto.

VOTO: 6,5/10
-SADIK-