I Big Steel Shit nascono a Taranto nel 2006 da un idea di tre amici. Una lunga
serie di eventi sfortunati li costringono ad un continuo cambio di Line-Up, ma
finalmente nel 2010 riescono a stabilizzarsi e pubblicano il loro primo LP
“Greavy”. Poco tempo dopo il batterista viene sostituito e la band raggiunge la
maturità per pubblicare questo nuovo album, “Shit Happens”. Il giovane gruppo vuole
unire l’ Alternative Metal con il Post-Grunge, e direi che in questo album sono
riusciti nel loro intento: sono numerose infatti le influenze di band come
Alter Bridge, Alice in Chains e Avenged Sevenfold (senza considerare la parte
Metalcore). La prima traccia “Lard” incorpora riff somiglianti a quelli
Power/Thrash, ma il talento del chitarrista si può sentire nel solo successivo.
Il riff di “Godsons” mi ricorda lo stile generale dei Mushroomhead, con un
suono acuto, elettrico e misterioso; “It Barks Rage” e “Stoned by Reality”
ricordano più gli Avenged Sevenfold grazie a ritmi veloci da una parte e riff
melodici dall’ altra. Brani degni di nota sono “Misleading”, una canzone che si
avvicina molto ad una ballad ma che si incentra sulla linea vocale; lo stile di
“Waiting for the Bus” può somigliare a quello dei System of a Down, infatti il brano
presenta fulminei sbalzi ritmatici e doppia/tripla voce, il tutto confuso a
dovere. Un album che spiazza ogni pregiudizio, fa estremamente piacere che una
band italiana vuole creare qualcosa di nuovo, un prodotto discreto di una band
che promette bene, almeno per ora.
VOTO: 6/10
-SADIK-
VOTO: 6/10
-SADIK-
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